2.3 - LE ARTICOLAZIONI
DELL’ACCESSO ALL’INFORMAZIONE DIGITALE
Il comportamento degli utenti di un giornale online è
dunque condotto dalla curiosità di accedere alle informazioni
in una modalità specifica che, in quanto tale, determina
un atteggiamento piuttosto diverso da quello adottato
nei confronti di altri tipi di giornale. Anzi, ben presto
diventa un insieme di atteggiamenti. Può assomigliare
alla lettura rapida delle agenzie, oppure alla ricerca
in un archivio delle notizie su un particolare argomento,
oppure può essere uno zapping in cerca di curiosità. In
tutti i casi, lo strumento di accesso conta: perché induce
a fare molte cose che la carta e la tv non consentono,
non avendo peraltro alcune delle capacità che queste manifestano.
La carta è il display portatile più efficiente della storia.
Non ha bisogno di batterie, non si rompe se cade per terra,
non stanca nella lettura. La tv è rilassante o spettacolare,
conduce il ritmo e si guarda anche stando comodamente
seduti in poltrona.
I media digitali sono invece più impegnativi, sia dal
punto di vista tecnico che da quello della fruizione.
Sono ovviamente migliori per la ricerca di notizie in
un vasto insieme di possibilità, sono particolarmente
adatti all’archiviazione e alla consultazione.
Non a caso l’interfaccia fondamentale del Web si chiama
«browser», che può dire appunto strumento per la «consultazione».
Il «browser» è una tecnologia dei primi anni Novanta,
nata dal lavoro a tempo perso di un gruppo di studenti
americani capitanato da Marc Andreessen, ed è essenzialmente
un programma che consente una navigazione intuitiva
nell’ipertesto creato sulla Rete delle reti dai ricercatori
del Cern, in Svizzera. È un software che si è evoluto
velocemente tra il 1994 e il 1998, sotto la spinta della
concorrenza della Netscape, la società poi fondata da
Andreessen, e la Microsoft, il gigante del software
cofondato da Bill Gates. Nato per il pc è ormai presente
anche nei palmari e nei telefonini.
Ovviamente, la massima diffusione dell’accesso a Internet
è ancora legata alla sua forma originaria e dunque al
browser per pc. Ma la dinamica che sta subendo in questo
momento sembra fortemente influenzata dalle nuove forme
di accesso via palmare e telefonino. Soprattutto perché
gli operatori della telefonia mobile sono in grado di
garantire un modello di pagamento ai contenuti accessibili
via cellulare. Cosa che non è ovvia invece per i contenuti
pubblicati sul Web.
Anche per questa differenza, la convergenza tra i contenuti
dedicati alle varie forme di accesso è per ora tutt’altro
che scontata. Si direbbe che anzi gli operatori mobili
tendano a sezionare la Rete in modo da salvaguardare
per se stessi il controllo dei flussi di scambio di
contenuti e il valore aggiunto che ne deriva. Sta di
fatto che per il pubblico è probabilmente scontato che
prima o poi essa diventi una realtà: con forme di fruizione
differenziata, nei tempi e nei modi, a un comune insieme
di contenuti.
La base di partenza resta il Web che si utilizza con
il pc da scrivania. La connessione in questo caso può
essere più o meno veloce. La maggior parte delle connessioni
sono ancora quelle che si effettuano dall’ufficio con
una velocità relativamente elevata e la possibilità
di mantenere sempre acceso il computer. Ma non sempre
con la possibilità di consultare ogni tipo di contenuto.
Le connessioni da casa sono invece di solito più lente:
il tipico sistema di accesso in questo caso è il cosiddetto
dial up, con il modem che viaggia teoricamente a 56
mila bit al secondo ma in pratica molto più lentamente.
In questo caso la connessione si paga a minuto, come
la telefonata urbana, mentre l’abbonamento è generalmente
gratuito. Diverso il caso, per ora minoritario ma in
forte crescita del collegamento domestico Adsl: in questo
caso la velocità reale è anche 100 volte superiore a
quella del dial up e non si paga a minuto ma attraverso
una sottoscrizione a canone fisso mensile.
Internet cambia di conseguenza. La connessione lenta
e che si paga a minuto impone un’economia di tempo di
accesso alla Rete che spinge gli utenti a consultare
poche pagine in gran fretta, magari scaricandone il
contenuto sul disco rigido per poi leggere in seguito.
La connessione veloce dall’ufficio rende possibile l’uso
più attento del mezzo, ma non sempre in quelle condizioni
gli utenti hanno la possibilità di visitare siti non
strettamente collegati alla loro attività professionale.
La connessione veloce consente una fruizione più ricca
e aumenta sensibilmente il numero di pagine consultate.
Inoltre, apre la strada alla fruizione della radio e
della tv via Internet.
Questo non significa che la lettura online direttamente
dal video diventi un comportamento più diffuso. Gli
studi in materia dimostrano che non sono molte le persone
disposte a leggere un lungo testo sul video del computer.
E se lo fanno è perché per mestiere sono abituate a
questo genere di sforzo: i giornalisti che scrivono
e impaginano tutto il giorno con il computer tendono
per esempio ad accettare di più anche la lettura a video
dei testi degli altri. Ma chi svolge professioni diverse
non ha la stessa disponibilità.
Molto spesso, dunque, la lettura a video è soprattutto
una consultazione in vista di un veloce apprendimento
delle notizie e spesso di una stampata dei servizi più
lunghi. Alla Stampa sul Web, per esempio, la differenza
tra la quantità di lettori che si limitano a collegarsi
alla home page, che contiene la gran parte dei titoli
importanti del quotidiano, è molto superiore a quella
di coloro che sono disposti a lunghe navigazioni all’interno
del sito. Un altro modo per utilizzare il sito di notizie
è quello di cercare nell’archivio per trovare quando
è stato pubblicato che cosa.
Inoltre, ci sono alcuni strumenti di interazione che
il pubblico sembra gradire particolarmente. Il sondaggio
in particolare è molto popolare: si tratta di un piccolo
questionario chiuso che consente di votare su un’idea
o di approvare o disapprovare un fatto, ottenendo immediatamente
il risultato fino a quel momento determinato dagli interventi
dei lettori. Meno frequenti le forme di interazione
con i forum: richiedono maggiore impegno da parte del
pubblico che non si limita a votare ma deve scrivere
una frase. Funzionano soprattutto quelli di comunità
già molto strutturate e quelli condotti da un personaggio
molto popolare.
Tutto questo sembra ancor meno rilevante per le altre
forme di accesso alla consultazione. I palmari e a maggior
ragione i cellulari invitano a leggere i sommari dei
notiziari e tutt’al più qualche notizia. L’interazione
qui si svolge soprattutto per vie diverse, con le chat
e gli sms tra utenti. Ma uno sviluppo interessante in
questo settore sembra venire dall’evoluzione della classica
rubrica «lettere al direttore» che evolve verso «sms
al direttore» con la possibilità per i giornali di guadagnare
una quota del traffico generato se riescono a stringere
un accordo con gli operatori della telefonia mobile.
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Riferimenti:
Bruno Giussani, Roam. Making Sense of the Wireless Internet, Random House,
New York, 2001 (traduzione Fazi Editore).
Volete sapere quali sono i browser più diffusi le particolarità
e le potenzialità delle nuove versioni? Sono
tutte domande che possono interessare a chi si accinge
a progettare un nuovo giornale online o più semplicemente
un sito web per scegliere quale deve essere il suo browser
di riferimento: http://www.w3schools.com/browsers/default.asp
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