| 2.2 - LETTURA E CONSULTAZIONE
 
 L’atteggiamento del pubblico quando accede all’informazione 
                        via Internet è diverso da quando accede via tv o via carta.
 La sintesi più spesso citata descrive l’utente di un nuovo 
                        medium digitale come condotto da un atteggiamento attivo, 
                        mentre definisce passivo chi accede all’informazione attraverso 
                        un medium monodirezionale o che opera in broadcast.
 Di certo, la questione non è così semplice.  Tutte le ricerche, per esempio quelle della Future 
                          Lab di Milano, guidato da Francesco Morace, hanno dimostrato 
                          che gli atteggiamenti del pubblico con la televisione 
                          possono essere molto diversi tra loro. C’è chi la tiene 
                          accesa come una radio mentre sbriga le faccende domestiche, 
                          c’è chi la guarda seguendo un proprio palinsesto personale 
                          e accendendola solo nel momento in cui la programmazione 
                          propone una trasmissione che interessa, c’è chi si siede 
                          dopo cena sulla poltrona e la guarda con distratta attenzione, 
                          c’è chi si lascia ipnotizzare dal piccolo schermo come 
                          spesso succede ai bambini. Esistono poi le trasmissioni 
                          che consentono l’intervento del pubblico via telefono 
                          o altro. Quindi non c’è solo passività nell’utente della 
                          tv.  Ma è pur vero che il pubblico televisivo non può fare 
                          molto di più che scegliere i canali: poi è la tv a condurre 
                          la danza. E questa relativa passività è verificabile 
                          anche quanto il pubblico segue un notiziario giornalistico. 
                          Si lascia guidare dal contenitore, si entusiasma per 
                          i momenti spettacolari, si consente larghe pause nell’attenzione. 
                         La qualità dell’interazione con il testo pubblicato 
                          su carta, il mezzo più antico, si configura in un insieme 
                          di atteggiamenti decisamente più vario. Quando ha in 
                          mano un periodico, il pubblico si comporta forse in 
                          modo simile a quanto detto per la televisione: sfoglia 
                          in modo abbastanza veloce, si sofferma sulle foto e 
                          sui testi forti, sulla grafica spettacolare. E del resto, 
                          non mantiene certo un’attenzione costante man mano che 
                          passa da una sezione all’altra. Quando invece legge 
                          un quotidiano cartaceo, il pubblico appare più attento 
                          e tende a imporre la propria gerarchia di interessi 
                          sulla gerarchia scelta dal giornale. O almeno a cercare 
                          una mediazione tra le due. Nel libro, invece, trova 
                          quello che l’autore esprime e, spesso, molto di più. 
                          L’immaginazione che viene alimentata dal testo del libro 
                          diventa parte del testo stesso, tanto che ogni lettore 
                          sembra vivere il testo in una sua versione soggettiva. Il pubblico dei media digitali interattivi, come il 
                          Web vive l’accesso all’informazione in modo ancora più 
                          vario e probabilmente in modo ancora più attivo e indipendente 
                          dai contenitori. Abituato allo zapping, sulle prime 
                          non fa altro che saltare da un sito all’altro. Ma ben 
                          presto impara a scegliere. Allora il navigatore comincia 
                          a seguire un suo percorso di ricerca, attraversando 
                          diversi siti che non necessariamente trattano dello 
                          stesso argomento. Può arrivare all’informazione, per 
                          esempio, finanziaria direttamente dal sito della sua 
                          banca online. Oppure ci può arrivare dal suo portale 
                          preferito o addirittura da un motore di ricerca. O ancora 
                          può essere un lettore abituale di poche testate giornalistiche 
                          che sceglie in edicola e ritrova fedelmente anche online. 
                         Questa peraltro è la realtà nel 56 per cento dei casi, 
                          secondo una ricerca pubblicata dalla Online Publishers 
                          Association (Opa) nel dicembre del 2002. Gli utenti 
                          di un sito giornalistico, rilevano alla Opa, diventano 
                          probabilmente utenti anche di una sua versione cartacea. 
                          Particolarmente nel caso di un giornale sportivo o di 
                          un notiziario molto specializzato. Lo studio conclude 
                          che il sito Web si dimostra uno strumento di grande 
                          efficacia nel sostenere il marchio di un organo di informazione 
                          e nello spingere nuovi consumatori a diventare utenti 
                          anche del servizio cartaceo. Il tempo che il pubblico può dedicare al sito informativo 
                          è di solito poco. Ma i lettori dimostrano di apprezzare 
                          anche i documenti lunghi perché sanno di poterli memorizzare 
                          e consultare in seguito. E soprattutto, quando il pubblico 
                          si abitua alla Rete non vive più Internet come un mezzo: 
                          ma come una delle diverse chiavi d’accesso a un mondo 
                          di informazioni che si aspetta, e sempre più si aspetterà, 
                          di poter visitare via telefonino, via radio, via tv, 
                          giornale e così via. L’approccio è dunque attento e attivo ma soprattutto 
                          molto personale. E nell’equilibrio complesso che guida 
                          le scelte di lettura, tra le tensioni emozionali e quelle 
                          razionali, probabilmente il pubblico internettiano propende 
                          per le seconde. Può essere anche per questo che, secondo uno studio 
                          ormai classico, il pubblico del Web appare più interessato 
                          alle parole che alle immagini o alle soluzioni grafiche. 
                          L’istituto Poynter e l’università di Stanford hanno 
                          infatti condotto degli esperimenti sul comportamento 
                          del pubblico paragonando il movimento degli occhi degli 
                          utenti di diversi tipi di prodotti editoriali. Ed è 
                          emerso che mentre, per esempio, un lettore di periodico 
                          guarda prima le foto e poi i testi, il lettore di notizie 
                          via Web guarda prima i testi e poi le foto. I motivi possono essere molti e non è facile interpretare 
                          questo dato. Le foto dei periodici sono molto più belle 
                          di quelle che si vedono su Internet. Del resto, all’epoca 
                          dell’esperimento, la banda larga non era ancora molto 
                          diffusa: e i navigatori erano certamente abituati ad 
                          aspettarsi l’arrivo dei testi molto prima di quello 
                          delle immagini. Ma è pur vero che i testi possono rispondere 
                          più direttamente a domande precise di utenti attivi, 
                          come spesso sono i navigatori della Rete. Si tratta 
                          in ogni caso di osservazioni che si riferiscono a una 
                          realtà in continua evoluzione: e non stupirebbe di vederle 
                          cambiare radicalmente nel tempo. Quello che però resterà probabilmente stabile è il 
                          fatto che il pubblico di Internet godrà sempre di una 
                          vastissima possibilità di scegliere. Tra servizi più 
                          o meno specialistici, più o meno concentrati sui testi 
                          o alle immagini, o ai video e all’audio. Internet è 
                          e sarà sempre di più un sistema complesso, un po’ sala 
                          di lettura universale, un po’ radio planetaria, un po’ 
                          televisione con milioni di canali; per chi lo voglia 
                          è un nuovo canale di trasmissione unidirezionale, ma 
                          per chi sia interessato è un’opportunità di coltivare 
                          interessi di nicchia in comunità di persone che li condividono, 
                          oppure per esprimere personalmente a un pubblico indifferenziato 
                          quello che ciascuno vede e sente. Tutto questo consente di dire che Internet introduce 
                          elementi di novità nel rapporto complessivo tra il pubblico 
                          e i media. Senza per questo affermare che ha il monopolio 
                          dell’interattività e che è un nuovo medium destinato 
                          a sostituirne altri. In realtà, l’immagine più realistica è quella secondo 
                          la quale le redazioni giornalistiche sono dei centri 
                          di competenza cui il pubblico accede attraverso diversi 
                          media e in diverse modalità, trovando dunque quelle 
                          competenze anche se declinate nel linguaggio più adatto 
                          ai canali prescelti. Alla fine scopriremo che l’unica 
                          interattività davvero possibile è quella che il pubblico 
                          intrattiene con l’insieme del sistema dell’informazione, 
                          formato appunto dalle diverse redazioni, aggregate intorno 
                          a diverse testate, e dai diversi canali di accesso. E una delle differenziazioni che ne conseguono è quella 
                          del tempo che il pubblico tende a dedicare ai notiziari 
                          prodotti per essere fruiti nei diversi formati. È facilmente 
                          dimostrabile, dice per esempio Clemente Mimun, direttore 
                          del Tg1 della Rai, che un telegiornale di 30 minuti 
                          contiene più o meno la stessa quantità di informazioni 
                          che si trovano nella sola prima pagina di un quotidiano. 
                          E d’altra parte il notiziario dello stesso Tg1 trasmesso 
                          sui cellulari multimediali della Tim è l’equivalente 
                          dei titoli del telegiornale, un minuto di informazioni. 
                          D’altra parte, aggiunge Mauro Sentinelli, direttore 
                          generale di Tim, il pubblico tende a pensare al computer 
                          come a un medium davanti al quale starà mediamente 70 
                          minuti, alla televisione 30 minuti e al telefonino 3 
                          minuti. Questi diversi limiti della fisicità dell’interazione 
                          con i diversi strumenti di accesso determinano approfondimento, 
                          qualità e sinteticità dei contenuti. Questo peraltro si traduce in una vera rivoluzione. 
                          Perché il sistema dei media tipico della società industriale 
                          era organizzato in modo da porre il pubblico da una 
                          parte e i produttori di informazione dall’altra. I prodotti 
                          accessibili erano pensati per la massa delle persone 
                          medie. I sistemi produttivi erano lineari: dal fatto 
                          alla notizia e alla produzione e distribuzione. Il sistema 
                          dei media tipico della società dell’informazione ne 
                          è parte molto più integrante, è sospinto dalle logiche 
                          mediatiche sia nel momento dell’avvenimento che nelle 
                          modalità della fruizione, pone il pubblico in una posizione 
                          di influire pesantemente sui contenuti e non è lineare: 
                          ogni contenuto può essere trattato per essere inviato 
                          a diversi media e le specializzazioni necessarie alla 
                          nuova filiera produttiva sono poste in una relazione 
                          di rete non in una relazione gerarchica. ========Riferimenti:
 
 http://www.poynter.org/eyetrack2000/index.htm
 http://www.online-publishers.org
 Il sito con i risultati e le news dal gruppo di ricercatori dello Stanford 
                          Pointer Project che analizza scientificamente il comportamento 
                          dei lettori di informazioni e news su Internet: http://www.poynterextra.org/et/i.htm.Altri dati e informazioni sul comportamento degli utenti 
                          online sia in relazione alle news, sia in relazione 
                          ai messaggi pubblicitari si possono trovare sul sito 
                          dell’Inma (International Newspaper Marketing Association): 
                          http://www.inma.org/index.cfm.
 Il sito della Naa (Newspaper Association of America) 
                          ha una sezione appositamente dedicata a valutare l’impatto 
                          dei giornali online sui lettori , ovviamente il campione 
                          preso in considerazione è limitato alle pubblicazioni 
                          degli associati: http://www.naa.org/SectionPage.cfm?SID=92
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