1.4 - UN MESTIERE IN
CONTINUA EVOLUZIONE: INTERNET È UNA NUOVA GRANDE OCCASIONE
Nel 1994-1995 sono nati i primi siti derivati da testate
giornalistiche. Certo, alcune sperimentazioni si erano
fatte anche all’epoca delle bbs, le bacheche elettroniche,
nelle quali il dibattito era alimentato in alcuni casi
da giornalisti che portavano alla comunità notizie da
dibattere. Ma è con l’invenzione del browser che nascono
i siti Web, nei quali alcuni giornali vedono la propria
prossima incarnazione.
Si trattava di pagine molto scarne che riproducevano le
notizie apparse sulle versioni cartacee dei giornali.
Anche in Italia, un manipolo di pionieri aveva aperto
la strada. L’Unione Sarda e Panorama, La Repubblica e
Reporters Online con mezzi e filosofie diverse hanno dimostrato
le molte interpretazioni possibili del nuovo mezzo. Il
piccolo giornale locale che trovava un’attenzione nazionale
presentandosi in Rete. Il ricco settimanale che cercava
l’interazione con il pubblico. Il grande quotidiano che
decideva di costruire con lungimiranza la sua leadership
nel nuovo contesto digitale. Il gruppo di giornalisti
che sperimentava nuovi linguaggi e nuove libertà. Investivano
le loro capacità e un po’ di risorse per entrare nello
spazio digitale, non pensando troppo a come quelle risorse
si sarebbero trasformate in guadagno. Sentivano che il
pubblico internettiano italiano, che in quel periodo tagliava
il traguardo delle 100 mila persone, segnalava nuove esigenze
ma costituiva un potenziale culturale ancora inespresso,
da coltivare. La piccola quantità di persone collegate
alla Rete sembrava il primo limite alla crescita del nuovo
medium. Per i pionieri, l’offerta avrebbe creato la domanda.
Il sentimento di una grande innovazione da costruire,
l’idea che Internet fosse l’occasione per contribuire
a cambiare il mondo, conduceva i pionieri nella loro
difficile esplorazione.
Oggi il pubblico è enorme. I 20 milioni di persone
collegate in Italia scaricano ogni giorno decine di
milioni di pagine di informazione via Internet. I giornali
online sono migliaia nel mondo e anche in Italia non
ci sono molte testate prive della versione online. E
accanto a queste ci sono centinaia di nuove opportunità
di pubblicare e leggere notizie e produzioni giornalistiche,
ricche di multimedialità, graficamente sofisticate,
utili. Ma l’entusiasmo per i giornali online sembra
frenato. Quasi scomparso.
Proprio ora che i limiti oggettivi all’esplosione delle
iniziative giornalistiche derivanti dalla mancanza di
pubblico sono scomparsi, i protagonisti della nuova
informazione si sono dileguati. Il motivo è semplice:
la bolla finanziaria ha prosciugato le speranze e le
visioni del futuro, lasciando dietro di se una paralisi
decisionale che frena ogni innovazione.
Difficili appaiono le decisioni di coloro che dovrebbero
investire sull’informazione per il nuovo mezzo. Molte
testate nate per cercare i soldi della borsa sono state
costrette a chiudere. Molte redazioni online si sono
trovate a vivere esperienze trasformatesi improvvisamente
da innovative a ripetitive. Ma questa non è la fine
della storia.
Il pubblico è destinato a dare la risposta. E condurrà
chi lo sa ascoltare a una nuova fase di entusiasmo.
Milioni di persone che chiedono un’informazione migliore
non potranno non farsi sentire. La paralisi sarà superata
dai fatti. In questa nuova fase, in cerca di un equilibrio
più maturo, la domanda creerà l’offerta.
In attesa di un equilibrio nuovo nel quale si potrà
finalmente avere un dialogo costruttivo.
Ora il problema è comprendere come comportarsi in questo
periodo di passaggio. Ed eventualmente come formarsi
un insieme di capacità, una cultura e una visione per
navigare lungo la strada dello sviluppo del nuovo sistema
giornalistico, trasformato con Internet.
Per i giornalisti la sostanza del lavoro non cambia.
Ma aumentano le opportunità, si arricchiscono i linguaggi,
si integrano i mezzi. Si scopre che i diversi media
non si sostituiscono ma tendono a ridefinire continuamente
i loro ruoli reciproci. Mentre il pubblico vede di fronte
a se un grande insieme di fonti di informazione con
una propria identità, alle quali può accedere attraverso
diversi canali: i più comodi o adatti alle diverse situazioni
della giornata, mentre si è in automobile, o davanti
alla scrivania, o seduti in poltrona.
E di fronte a questo, il sistema dei giornali si modificherà.
Anche se la strada è lunga e i sistemi produttivi da
tempo strutturati non cambieranno velocemente.
Ma la tendenza è chiara: e va verso la formazione di
una sorta di nuovo ecosistema dell’informazione, in
grado di rispondere ai bisogni con maggiore qualità
senza alimentare la confusione derivante dalla concentrazione
solo sulle quantità, che si traduce nel cosiddetto “information
overload”.
Nel formarsi al giornalismo online, ci si dovrebbe
dunque riferire a una visione che parte dalla condizione
attuale ma è condotta da una visione del futuro e dal
ruolo che in quella visione sarà svolto dal giornalismo
e dai mestieri da esso derivati.
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Riferimenti:
Ecco alcune directories che propongono link a giornali,
tv, radio e altri siti di informazione di tutto il mondo:
http://www.kidon.com/media-link/index.shtml; http://dir.yahoo.com/News_and_Media/Web_Directories;
http://newsdirectory.com/
; http://newslink.org;
http://eserver.org/journals;
http://lcweb.loc.gov/rr/news/lists.html;
http://www.publist.com/;
http://www.journalsearch.com.
Il problema del rapporto fra giornalisti e nuove tecnologie e tra i problemi
affrontati anche dai siti che si dedicano ad informare su cosa accade
nel mondo della stampa e dell’editoria in genere. Molti di questi
notiziari, infatti, affrontano spesso il problema e le sue conseguenze
sulla professione di scrittore e di giornalista. Per l’Italia segnaliamo
in questo campo il sito internet della rivista della ‘tradizione’,
cioè di Prima Comunicazione (http://www.primaonline.it/);
ma soprattutto il portale indipendente Infocity (http://www.infocity.it/).
Per il mondo del giornalismo anglosassone: http://www.editorandpublisher.com/editorandpublisher/index.jsp
e http://www.ojr.org/ojr/page_one/index.php
.
Fra le pubblicazioni specifiche la rivista New Media and Society, disponibile
anche su internet ma a pagamento: http://www.sagepub.co.uk/frame.html
http://www.sagepub.co.uk/journals/details/j0182.html.
Il sito dedicato dall’Unione europea alla pubblicazione di news,
normative, procedimenti di infrazione della legge sulla concorrenza, politiche
per la diffusione della banda larga e quant’altro, fra le varie
attività comunitarie, è atto a favorire la diffusione dei
nuovi media nella società:
http://europa.eu.int/comm/internal_market/en/media/
Fra le nuove frontiere del giornalismo il confronto dei giornalisti con
i blogger sta assumendo sempre maggiore rilievo. Sulle origini del fenomeno
c’è questo articolo, weblogs: a history and perspective datato
settembre 2000. Di certo non attuale ma interessante per il dettagliato
racconto dei primi passi del fenomeno dei weblog negli Stati Uniti (http://www.rebeccablood.net/essays/weblog_history.html).
Sulle differenze fra weblog e diari online:
http://www.diarist.net/guide/blogjournal.shtml
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